Solitaria camminata serale lungo la
stradina della Pendege tra Fucine e Cortina di Vermiglio.
Pomeriggio autunnale. Il sole, ormai prossimo al tramonto,
rallegra i versanti della valle rivolti a mezzogiorno ma le ombre della sera incipiente iniziano ad
allungarsi sui prati pianeggianti del fondovalle e velano ormai da parecchio tempo le
boscose pendici meno fortunate che guardano a settentrione. Siamo all'inizio di
novembre ma la temperatura ancora mite e il cielo sereno mi invitano
a chiudere la giornata con un'ultima breve passeggiata.
Mi metto in cammino sulla stradinadelle Pendege che sale da Fucine a Vermiglio tagliando il piede del
Monte Boai e scorrendo poco sopra la statale del Passo Tonale. Procedo
svelto. Ansimando supero rapidamente gli iniziali tornanti e mi
inoltro nel bosco che copre per un lungo tratto il ripido pendio.
Voglio raggiungere al più presto il versante meno pendente della
montagna, la zona terrazzata, libera dagli alberi d'alto fusto che un
tempo fu intensamente coltivata e ora è solo occasionalmente meta di
minuscoli greggi di pecore al pascolo.
Quando sbucherò dal fitto del bosco
la vista si aprirà sui monti del Tonale, dove la valle si estingue ed il
sole tramonta... ed è lì che intendo arrivare al più presto per
cogliere gli ultimi raggi del sole, cogliere il suo calare, l'attimo
della sua scomparsa. Ma purtroppo la mia corsa si rivelerà inutile,
troppo tardiva. Lasciando gli alberi alle mie spalle, riesco solo ad
intravede, per pochi istanti, tra i cespugli e le stoppie secche, il
brillare dell'ultimo sole poi più nulla... poi l'ombra copre
rapidamente non solo il fondovalle ma anche la stradina che sto
percorrendo.
Proseguo comunque. Ora posso
camminare lentamente nella quiete del tardo pomeriggio, nel silenzio
che pian piano avvolge la montagna. E' tardi e il boscaiolo ha ormai
deposto l'accetta e spento la motosega, il cacciatore sta rientrando
con il fucile in spalla, il contadino si è da tempo allontanato con
il suo scoppiettante trattore... gli uccelli si tacciono e dai paesi
giunge solo il rintocco ovattato delle campane che segnano il
trascorrere delle ore.
Non c'è anima viva. Sono solo sullastradina che ora, ormai fuori del bosco, vedo allungarsi serpeggiante
lungo l'erto versante. Versante oscuro, inciso da minuscoli
sentieri e da antichi muretti a secco, tappezzato qua e là dai
cespugli infestanti che sottolineano il totale abbandono dei campetti
terrazzati. Sullo sfondo la luce giallastra di un sole ormai
scomparso rischiara il cielo sopra l'ampia incisione del passo del
Tonale. Cielo ancora luminoso... dorato... ma ancora per poco...
E ancora per poco i raggi del sole
sfioreranno le vette più elevate pennellandole di colori caldi e
brillanti. Ancora per poco, poi rapidamente scenderà la sera a
spegnere definitivamente il giorno.
Già si respira un'aria più
fresca, l'aria mossa che precede il crepuscolo e la pace della notte.
La tinta del cielo muta di minuto in minuto, virando dal giallastro
all'aranciato, dal rosato al violaceo, al plumbeo bluastro...
Una solitaria panchina domina
dall'alto un fondovalle totalmente immerso nelle ombre della sera.
L'atmosfera si fa sempre più cupa e anche lassù, verso il passo,
il cielo perde velocemente le luminose tonalità del tramonto e si fa più spento, più grigio... è il crepuscolo che avanza a passi sempre più lunghi.
Nei pressi della panchina, immerso
nel silenzio e nella semioscurità della notte incipiente, esploro e considero
l'inusuale e affascinante ambiente che mi circonda che per qualche
attimo mi sento di abbracciare, di possedere per intero... Per qualche istante
mi sento d'essere l'unico, solitario intestatario di tutto ciò che
osservo... che domino dall'alto. Mi sento al centro del mondo, al centro del
mondo... in totale solitudine.
Solo e al centro del mondo? Ma che
tristezza... Ma che tristezza la solitudine, che pena la panchina
vuota, il silenzio, la mancanza di condivisione, l'assenza di
comunicazione... Spira un brutto venticello, un vento che porta tanta negatività...
Poi, laggiù, nei paesi del
fondovalle si accendono le prime luci. Sono dei minuscoli puntini che
brillano nella notte e che d'incanto mi riconducono alla realtà
rammentandomi che “non sono solo al mondo”. Sono lontano, perso
nel buio, ma non sono solo... laggiù nella valle c'è vita, c'è la
vita che continua... c'è accoglienza e c'è ancora speranza.
Poi c'è la luna, la luna che
accompagna e soprattutto illumina il mio cammino, il mio ritorno...
Scendo a valle, ripercorrendo a ritroso
non solo la stradina ma anche il vissuto, le sensazioni e le emozioni
di questa serata. Sono tranquillo e sereno ma non posso comunque non
pensare... non riconsiderare come “il poeta”, nei suoi ermetici versi, palesa, pessimisticamente, la condizione esistenziale di ogni essere umano:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
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