Un roseto selvatico lungo il torrente


Camminare lungo il Noce, il fiume della Val di Sole o lungo i suoi affluenti, i torrenti che percorrono le valli secondarie (Malgamare, Vermiglio, Meledrio, Rabbi) e i tumultuosi rivi che precipitano dai ripidi versanti, è sempre bello e interessante, spesso coinvolgente. Ogni uscita, ogni passeggiata riserva qualche piccola-grande scoperta, dona immagini insolite anche ritornando sul medesimo percorso, panorami sempre nuovi frutto di situazioni mutevoli al variare delle stagioni, delle condizioni meteorologiche e naturalmente della natura del territorio e dell'altitudine.
Corsi d'acqua che precipitano vorticosi dai monti o che si distendono più tranquilli sul fondovalle percorrendo ambienti molto difformi che talvolta si susseguono con inusitata rapidità. Pietraie e sfasciumi d'alta montagna, torbiere e piatte praterie d'altura, cespuglieti di rododendro, di ontano verde o rododendro, cascate e cascatelle, pascoli alpini, fitti boschi di conifere e finalmente.... il piano dove le acque scorrono più lente... talvolta imprigionate, racchiuse e costrette tra muri di sponda o scogliere artificiali ma generalmente libere, delimitate da prati falciabili, fitte e impenetrabili macchie di latifoglie, boschi di abete ricchi di funghi. Non mancano comunque le rapide, erte, improvvise e inaspettate, che velocizzano la corsa delle canoe e dei gommoni da rafting creando qualche problema a chi naviga sulle acque fattesi imprevedibilmente turbolente.



E' sempre bello, in estate, passeggiare e soffermarsi sulle rive del rio, del torrente o del fiume... osservare lo scorrere delle acque tra i massi, il loro rumoroso precipitare dalle briglie... cogliere l' impegno, la concentrazione con cui l'instancabile pescatore sportivo persegue la cattura di una trota... è bello percorrere lentamente la stretta striscia di bosco che costeggia il torrentello, che ne accompagna lo scorrere, girovagando alla ricerca di quel porcino particolarmente compatto che cresce esclusivamente sui terreni sabbiosi...
In autunno il torrente, fatte salve le non infrequenti e talvolta disastrose eccezioni, è in magra e le sue acque scorrono tranquille distendendosi qua e là in ampi placidi e ombrosi slarghi dove si riflettono i luminosi gialli e i rossi vivaci del bosco in abito ottobrino.
E poi l'inverno, il bianco, la neve sulle sponde e il gelo che solidifica lo scorrere dell'acqua... acqua prigioniera del freddo ma anche acqua libera, scarsa e freddissima, acqua scura nella quale l'imperturbabile merlo acquaiolo si tuffa ripetutamente in cerca di prede, avannotti e larve di efemerotteri.



Ed è finalmente primavera, neve e ghiaccio sono scomparsi e lungo il torrente ritorna colore, il verde tenero delle foglie appena spuntate sui cespugli che lo costeggiano e i gialli, i rossi, i blu, i violetti dei fiori nei prati che lo costeggiano e.... sorpresa, anche il rosa... il rosa delle rose... di un roseto selvatico che, in prossimità del paese, allunga i suoi rami spinosi sopra le vorticose acque del torrente. Un roseto di rosa canina, un roseto in fiore. Fiori rosa, tutti rosa. Solo colore rosa su ciascun cespuglio. Petali intensamente rosa, cinque petali intensamente dipinti di rosa a formare un'ampia corolla che al centro, proprio dove insistentemente si posano api e bombi, sfuma decisamente verso il bianco. Qui, in questo roseto, mancano i fiori bianchi, mancano le piante di rosa canina dai fiori bianchi che si incontrano in altri siti anche lungo questo stesso torrente. Quelle sono piante di rosa canina solitamente isolate, con fiori candidi o tutt'al più di un rosa molto tenue... Qui, nel piccolo fitto roseto che ho scoperto a fine primavera in vista del Castello di San Michele, tutto è rosa... un bel rosa, appariscente, sullo sfondo argenteo del torrente Vermigliana gonfio d'acqua per le persistenti piogge di un meteorologicamente anomala primavera.



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