Sole radente di mezza estate









Nella notte il temporale ha attraversato la valle lampeggiando tra le nubi e rischiarando con i suoi bagliori i versanti e le cime dei monti. All'alba le nubi si sono dissolte e sulla valle è ritornato il sereno. Ora, nei pressi del paese, i raggi radenti del sole d'agosto bucano le fronde degli abeti fradici di pioggia proiettando isole brillanti sui cespugli bagnati e sull'erba alta e inzuppata al limitare bosco.






Lame di luce filtrano tra le chiome degli alberi creando luminosi artifici sugli ultimi fiori che l'estate ci offre, tra ombre profonde e umidi chiarori.





Le minuscole perle d'acqua che bagnano erbe e fiori sfavillano nella luce del primo mattino mentre nella penombra le gocce restituiscono l'immagine del bosco che vi si specchia. Sono gocce limpide che come lenti vetrose riescono ad ingrandire, a dilatare deformandole le fragili venature dei petali su cui riposano.





Sono gli ultimi fiori dell’epilobio, dell’epilobium angustifolia che cresce numeroso, alto e vigoroso sui detriti, tra pietre, ghiaia e sabbia nei dintorni del Fil lungo il Torrente Vermigliana. E’ pianta frugale, l'epilobio, pianta colonizzatrice dei terreni minerali, amante delle sabbiose e umide sponde dei corsi d'acqua.






Solitamente fiorisce verso la fine di luglio (è chiamato fiore di sant'Anna, la santa che si festeggia il 26 di luglio) quando i prati e i boschi della valle hanno ormai assunto una monotona colorazione verde smeraldo smarrendo del tutto le tenui e policrome tinte primaverili.




Ora, a metà agosto, la maggior parte delle piante erbacee sono sfiorite ma non l'epilobio che nel frattempo è cresciuto altissimo e robusto ed è ancora in grado di aprire le sue ultime infiorescenze all'intensa attività delle api e di altri numerosissimi insetti. I suoi fiori ravvivano ancora, con ampie chiazze di colore fucsia, la verdastra uniformità del paesaggio di mezza estate ormai quasi del tutto privo di altre macchie colorate.






Sono fitti cespugli colorati, quelli dell'epilobio, che si fanno ammirare già da lontano per l'intensa tonalità del colore ma le infiorescenza piramidali, all'apice di uno stelo coperto di foglie lanceolate, vanno osservate soprattutto da vicino. Solo così i singoli fiorellini possono rivelare tutta la loro fragile bellezza...




Quattro petali leggeri, quasi trasparenti in controluce, solitamente di colore fucsia ma anche rosa, rosso porpora o viola, leggermente bilobati e quattro sepali dello stesso colore ma meno fragili, quasi fossero altri petali più sottili e allungati... otto lunghi stami dal lungo filamento bianco e il pistillo con lo stimma simile a un minuscolo polpo biancastro... Belli, ma solo se si guardano singolarmente e da breve distanza...






Fiori che brillano in controluce arricchiti, come sono, da una miriade di goccioline, che li ornano, che ne orlando i bordi, che ne definiscono i contorni, come una corona di minuscoli acini brillanti, che scintillano ai raggi radente del primo sole.





Brilla il caduco fiore dell'epilobio, ultimo segno di un'estate che lentamente volge al termine, brillano anche le felci grondanti di pioggia, le foglie dei noccioli, delle betulle, dei salici, dei sorbi, scintillano gli aghi degli abeti...risplendono le goccioline d'acqua sui muschi, sull'acetosella, sugli arbusti del lampone, sulle ragnatele tra gli steli e l'erba fitta e alta al margine del bosco.




Poi, a poco a poco, il sole si fa più caldo, si alza sempre più nel cielo limpido, riscalda e asciuga il bosco e i suoi dintorni. Mossi dalla brezza mattutina si levano leggeri fumi di vapore dagli abeti, dai larici, delle latifoglie, dal terreno... la luce si fa più intensa, il sole disseca il fogliame, le erbe, gli ultimi fiori, i muschi, la lettiera... e il bosco riacquista il sue usuali sembianze, l'aspetto di un qualsiasi giorno estivo.



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1 commento:

Unknown ha detto...

Leggendo sembrava di essere lì nel bosco! Parole di vero poeta, conoscitore profondo della lingua italiana! I miei complimenti, Eliseo