Tra storia e natura: dal Tonale al Villaggio austroungarico dei Monticelli


Con una digressione alla base della conca di Presena, nella zona dell'Alveo Presena.




Bella escursione sui monti del Tonale in un scenografico ambiente di media e alta montagna dominato dalla imponente mole della Cima Busazza e caratterizzato dalla curiosa e appuntita piramide del Cornicciolo di Presena nonché, più in alto, dalla Cima Presena. Un ambiente rupestre fortemente contrassegnato anche dallo scosceso, affusolato e frastagliato complesso roccioso dei Monticelli, Monticello Inferiore, Medio e Superiore.
Fu in questo scenario, grandioso e selvaggio, che si combatté una buona parte della cosiddetta “guerra bianca” con le truppe che, attestate sul confine tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-ungarico, si trovarono costrette ad operare e combattere in condizioni climatiche e non solo, del tutto proibitive.
I “segni” di quel lontano e tragico conflitto che ancora si possono rinvenire in questa zona sono ormai ben pochi. I recuperanti e il tempo hanno lavorato bene e a lungo. Solo rovistando parecchio tra gli sfasciumi rocciosi si può trovare qualche residuo arrugginito di reticolato, qualche pezzo accartocciato di lamiera, qualche piccola scheggia di bomba. Ciò che invece non è scomparso, ciò che rimane e che, quasi inalterato, sempre si usa senza pensare alla sua origine è il largo sentiero (la parte terminale della mulattiera “arciduca Eugenio”) che si percorre per raggiunge il Villaggio dei Monticelli, meta finale di questa escursione. Questo sentiero, che durante il conflitto mondiale era ben defilato alla vista delle postazioni italiane, sale al margine dell'ampio vallone che si apre al piede dei Monticelli arrivando a ridosso di quella che fu la prima linea austroungarica posta poco più in alto del villaggio militare. Villaggio che altro non era se non un agglomerato di piccole costruzioni realizzate quasi interamente in legno, sostanzialmente una “baraccopoli” di legno, di cui oggi rimangono solamente i basamenti in pietra, distribuiti a gradoni sulle erte pendici del Monticello Superiore. La loro collocazione complessiva evidenzia come l'installazione sia stata accortamente posizionata, nascosta e ben riparata dai proiettili dell'artiglieria nemica ma non altrettanto dalla valanga che, nella notte di santa Lucia del 1916 (ricordata come S. Lucia nera), la travolse con disastrose e luttuose conseguenze. I ruderi del villaggio, bene individuabili anche da lontano, sono, per quanto riguarda la zona del Tonale, una delle più accessibili “testimonianze materiali” di quello che fu la grande guerra sulle nostre montagne; una "testimonianza" che ci dovrebbe far intuire cosa comportò combattere in quota nel gelo, tra dirupi e rocce scoscese. Sì, e proprio vero: i resti del Villaggio dei Monticelli sono veramente una concreta "testimonianza" dell'assurdità di quella guerra.... una volta raggiunti, è impossibile non sostarvi per meditare, per riflettere....
Meditazioni... che inevitabilmente ci riportano indietro nel tempo, che ci riportano ad un periodo che fu durissimo, per non dire tragico, non solo per i belligeranti ma anche per le popolazioni dell'intera valle.
Riflessioni... sull'insensatezza di quel conflitto che pochi anni dopo, ne innescò un secondo altrettanto cruento come quasi sempre accade...

Ma accanto a questo cammino a ritroso nel tempo, a questo "pellegrinaggio" sul fronte della grande guerra, il nostro itinerario, come del resto tanti altri simili percorsi di ricognizione, ci consente anche di immergerci in ampi paesaggi alpestri di grande bellezza in grado di distoglierci, almeno momentaneamente, dalle nostre tristi meditazioni.
A questo proposito, a metà percorso, raggiunta la zona dell'Alveo del Presena (detta del “Cantiere”) prima di affrontare il sentiero che sale al villaggio dei Monticelli, è bene sostare, conviene riposare, contemplare e quindi esplorare i dintorni... Sì, conviene veramente esplorare i dintorni che qui sono particolarmente suggestivi, sono ricchi di vegetazione, varia e lussureggiante, ma soprattutto sono ricchi d'acqua, di piccoli stagni e di torrentelli che si distendono sinuosi su delle ampie superfici pianeggianti, su ciò che resta di due laghi glaciali da tempo insabbiati e quindi scomparsi. Ma... scomparsi non del tutto e non sempre... se si raggiunge questa località a fine inverno, durante il disgelo, questi laghi, per un periodo più o meno lungo, ricompaiono e sulla superficie delle loro gelide acque si possono ammirare, tra il rosseggiare dei rododendri, i monti che vi si specchiano, “la Sgualdrina”, la cima Presena e la Busazza, ancora carichi di candida neve. Ne vale la pena.


Salita all'Alveo del Presena



Alveo del Presena



Salita al Villaggio dei Monticelli



Ai piedi del Villaggio dei Monticelli



Rientro per la stessa via



L'itinerario

Poco oltre la cantoniera del Tonale, a circa due chilometri dal Passo, si lascia l'auto in un piccolo parcheggio sulla sinistra della statale e si scende per poche centinaia di metri raggiungendo la torbiera, un biotopo protetto al cui margine sorge il depuratore delle acque nere qui convogliate dalla stazione turistica. Attraversato un torrente si prosegue in salita su di una strada sterrata, ampia e comoda, che porta all'Alveo del Presena (strada realizzata negli anni '50, nell'intento di servire un cantiere idroelettrico mai insediato e tracciata ricalcando il percorso della mulattiera “arciduca Eugenio” che collegava l'Alpe Presena con la linea del fronte sui Monticelli e sull'alta Val Presena). Dopo tre quarti d'ora di cammino si incontra una galleria percorribile senza torcia (attenzione al ghiaccio quand'è stagione...) e proseguendo per altri quarantacinque minuti all'incirca si giunge all'Alveo del Presena (località altrimenti indicata come “il Cantiere” situata a a 2150 m, al limite inferire della conca Presena). Da questa zona si diramavano le mulattiere per la prima linea del fronte compresa quella che tuttora si può e si deve imboccare per raggiungere in meno di un'ora e mezza il villaggio dei Monticelli meta ultima dell'escursione. Volendo proseguire si può arrivare rapidamente al Passo Paradiso (originariamente Passo del Monticello) subito in vista e raggiungibile con una breve discesa. Per il ritorno si può rifare il percorso dell'andata (scelta vivamente consigliata), o si può scendere in telecabina dal Passo Paradiso al Tonale o infine scegliere il ripido e poco agevole sentiero che corre vicino alla linea del suddetto impianto a fune.



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Il percorso di questa escursione è dettagliatamente descritto nel bel libro di Daniele Bertolini “LA PRIMA GUERRA MONDIALE sui monti del Tonale ---- Storia-luoghi-itinerari” (Itinerario N° 7 – “Dal passo del Tonale al Passo Paradiso”).



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