Cervi e camosci lungo il "senter dei todeschi"


Ho postato le fotografie scattate in “Val dei Orsi” e lungo un tratto del “senter dei todeschi”. Due, tre, sono diapositive da me digitalizzate, scattate molti anni fa. Tutte le altre sono state riprese con apparecchi fotografici digitali, per la maggior parte con la mia prima reflex munita però, dei i miei vecchi obiettivi analogici. Tra questi, per le immagini della fauna, ho impiegato il mio teleobiettivo Sigma 400 mm che dava buoni risultati in analogico ma che si è rivelato poco adatto nel digitale. Le fotografie risultavano poco incise e definite, spesso con qualche dominante di colore. Le ho quindi sottoposte ad un veloce fotoritocco, per migliorane, per quanto possibile, la qualità e le ho inserite nel post, essendo comunque un piacevole ricordo da condividere e una testimonianza di ciò che è possibile osservare nella zona in questione.


Il “senter dei todeschi” è uno dei sentieri più belli della Val di Peio nel Parco Nazionale dello Stelvio. E’ un tracciato che si snoda tra quota 2300 e quota 2500 m ricalcando la pista militare realizzata dalle truppe austroungariche durante il primo conflitto mondiale. Il panorama spazia dalla Cime Forzellina, alle cime Palù, Redival, Boai…. Il percorso si imbocca al Dos dei Cembri, raggiungibile con gli impianti di risalita da Peio Fonti e taglia a mezzacosta, in successione, i versanti meridionali dei Crozi Taviela, della Cima Taviela, della Cima Cadini e della Cima Fratasecca, in un continuo sali e scendi, per approdare infine in val dei Orsi e quindi portarsi, dapprima su sentiero e poi su strada militare della prima guerra mondiale, a Malga Termenago, prossima al punto di partenza a Peio Fonti.



Di solito io preferisco affrontare solo una parte di questo tracciato, in autunno, salendo dal Fontanino di Peio. Raggiunta la val dei Orsi, come già descritto in altro post, mi apposto per osservate e fotografare le parate dei cervi in amore. A volte proseguo, per la vecchia strada militare, fino a Pian Vegaia, dove, poco oltre, inizia il sentiero che conduce al bivacco Meneghello ai piedi della cima S. Matteo.  Salgo e sbucato in una grande radura, seguendo la segnaletica del Parco, lascio il percorso principale e imbocco un sentierino poco frequentato che conduce in val Cadini.  E’ questo il punto terminale della mia escursione dal quale inizio il rientro, piuttosto faticoso nel primo tratto che prevede una salitella, lungo il sentiero dei todeschi, proveniente dal Dos dei Cembri, fino al piccolo spiazzo panoramico, con i resti di trincee e fortificazioni, ai piedi della cima Frattasecca. E’ questa la zona in cui, di solito, osservo i camosci. Poi la discesa, fino alla bella cascata in canyon in Val dei Orsi alta e quindi sul sentiero del bivacco Meneghello fino alla grande radura dove volendo chiudo il mio percorso ad anello. Qui infatti posso scegliere se proseguire verso Pian Vegaia a ritroso sul percorso dell’andata, o preferire la scorciatoia che mi porta direttamente al ponte sul rio della Val dei Orsi, presso la mia zona di osservazione mattutina dei cervi, per chiudere lì l’anello. Infine giù fino al Fontanino di Peio dove è parcheggiata l’auto, passando per Malga Giumela e nei pressi della diga del Palù.
Bella escursione anche se alquanto lunga e faticosa. Bellissimo panorama e probabile osservazione della fauna del parco, scoiattoli, caprioli, cervi, camosci, aquila… soprattutto in autunno quando la zona è poco frequentata.



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