La Val di Strino è sempre incantevole, lo è anche in piena estate anche se la sua bellezza non è certamente comparabile a quella primaverile o a quella d’inizio autunno quando viene esaltata da una varietà cromatica del tutto assente negli altri periodi dell’anno, una varietà cromatica che talvolta viene affinata dal depositarsi, qua e là, di un soffice velo di neve, frutto di una leggera nevicata tardiva o precoce che sia.
In primavera una estesa gamma di verdi tonalità, tenere e morbide, punteggiata ovunque da una variopinta fioritura, si contrappone all’attuale estiva monotonia della valle, dei suoi pascoli e dei suoi boschi uniformati da una sola intensa verde colorazione. Colorazione piatta che solo più avanti, in ottobre, si rianimerà, riacquisterà vivacità, con il virare della colorazione della vegetazione, tutta, sia erbacea che arborea, verso quell’ampia molteplicità di calde tonalità tipiche dell’autunno.
Per questo motivo, per l’assai difforme presentarsi dell’ambiente, il ripetersi delle mie “puntate” in Val di Strino (di cui più volte ho raccontato in questo blog) riguarda principalmente, se non esclusivamente, le stagioni intermedie, che, come detto, naturalisticamente e paesaggisticamente sono decisamente più accattivanti.
Quest'anno, essendo stato costretto ad interrompere, per vari motivi, la tradizionale successione primaverile delle mie salite, ho voluto ammirare comunque la bella Val di Strino (e alcuni suoi siti limitrofi), raggiungendola appena possibile, in pieno agosto, quando inevitabilmante il suo fascino era ormai in buona parte svanito. Ambiente sicuramente meno attraente, quindi, durante questa mia escursione, ma nel complesso comunque gradevole e meritevole d'essere apprezzato e ricordato. Le mie foto (sia quelle postate qui sotto che quelle accessibili in Google Foto) lo avvalorano.
Val di Strino e Forti del Tonale in veste ferragostana... troppe le persone ma i paesaggi sono sempre suggestivi, l'ambiente è attraente anche se non paragonabile a quello della primavera e dell'autunno... un ambiente quello delle stagioni intermedie, che ho "raccontato" molte volte nei miei post: "I laghetti di Strino" - "Val di Strino:il bacio della marmotta" - "Il regno delle marmotte" - "Sui pascoli della Val di Strino" - "La città morta" - "Nevicata tardiva a Malga Strino" - "Anemoni primaverili a Malga Strino" - "Il risveglio delle marmotte sui monti di Vermiglio" - "Stambecchi in Val di Strino" - "A malga Strino con la neve di novembre" - "Sui pascoli di Malga Strino a fine primavera" ......
A differenza delle bellissime stagioni intermedie, stagioni “turisticamente morte”, a ferragosto non manca di certo la presenza umana... i gitanti e gli escursionisti sono moltissimi, decisamente numerosissimi. La presenza dei turisti non guasta sicuramente, anzi, ma a fine luglio ed in agosto diviene spropositata, diventa talmente massiccia da incidere negativamente su di un ambiente fragile come lo è quello montano…
Va comunque detto che, rispetto ad alcuni anni fa, la “folla” ferragostana (“folla” che oggi, per come la nostra società è “male” organizzata, purtroppo non può godere delle ferie in altri periodi dell’anno) appare decisamente più educata e rispettosa. Il “mazzolin di fior” non lo raccoglia più nessuno, e tutti si portano a casa gli avanzi del pranzo, le cartacce, le bottigliette, i fazzoletti… Così è, così generalmente è: infatti raramente si rinvengono rifiuti abbandonati lungo i sentieri o nelle piazzole da picnic… Questo al contrario di quanto accade talvolta di vedere all’interno del bosco, in quelle particelle dove sono stati tagliati i larici ed gli abeti... Più disciplinati e riguardoso gli ospiti di qualche residente? Non lo si può di certo affermare, non si può certo generalizzare, ma vedere, ad esempio, sulle strade forestali chiuse al traffico veicolare (l’ho osservato durante questa uscita, tra il Tonale e Malga Strino), sfrecciare i quad (traffico incentivato oltre che consentito?) non può che destare delle perplessità sui comportamenti dei “locali”... Molto altro si potrebbe aggiungere, e di ben altra consistenza (non solo, per quanto riguarda la zona del Passo) sullo scarso rispetto del “locale” per il proprio ambiente, per il proprio patrimonio naturale che ben poco protegge e che, al contrario, tende, sempre di più, a snaturare ed intaccare... Troppo spesso, per non dire sempre, l’interesse immediato, il "tutto subito", prevale su ogni altra considerazione… In gioco c'e sempre l’interesse, l’interesse grande e quello più piccolo, l'interesse individuale come, apparentemente, quello collettivo... Uno pseudointeresse che abbaglia, che accorcia la vista, che non permette di vedere lontano, che fa diventare ciechi...
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